LA LUNA DI PETER PAN

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LA LUNA DI PETER PAN

Sentirsi eterni adolescenti

o addirittura curiosi bambini

alla meravigliosa scoperta del mondo.

Presi per mano dalla fantasia,

sospesi fra le nuvole

tra favole ed eroi,

viviamo nella città dei sogni.

In fondo

siamo creature talmente vulnerabili e fragili

che finiscono per provare realmente

i sentimenti e le emozioni che immaginano.

E rifiutare di crescere,

fuggire dalle proprie responsabilità,

annullare la vecchiaia e cancellare la morte.

Tutto è ingenuità,

disarmante stupore,

poetica avventura,

tenerissima immaturità.

Avere per amici solamente

gli artisti,

gli uccelli,

gli acrobati,

gli angeli

e tutti coloro i quali

con i piedi per terra

un senso non hanno.

Viaggiare con la mente,

leggeri come piume

che non atterrano neanche senza vento,

col dono dell’immunità’

verso i problemi pratici quotidiani,

incontaminati dalla crudeltà del materialismo.

Noi siamo Peter Pan,

affetti da una sindrome cronica

che non si potrà mai curare

e che si nutre ogni giorno

di nuovi colori, nuove sensazioni,

abbiamo la luna sempre negli occhi

siam pronti a raggiungerla in ogni magico istante.

Siam veramente malati e patologici?

o forse siamo solo

più fortunati di altri,

capaci di essere noi stessi.

Credo che siamo davvero vicini a Dio

e veniamo da un mondo

che sta al di là.

MIA PICCOLA LISA

Il dono più grande

che la vita mi possa offrire

è quello di poter leggere

ciò che nascondi nel cuore,

mia piccola Lisa.

Lascia che io lo raccolga

fiore che è gettato via,

e lo custodisca qui

in uno spazio che da tempo

ormai è anche tuo.

Spero che quei sogni

che come gemme preziose porti nel cuore

un giorno si avverino tutti,

perchè lo meriti

e lo desideri.

Non ho mai visto

nella continua ricerca della mia immaginazione

ne’ in mille volti di creature reali,

una ragazza dal viso così dolce e poeticamente espressivo

come quello tuo.

Il tuo adolescenziale mondo

è per me suggestiva poesia,

la tua voce,

quel silenzio

dei tuoi timidi sguardi!

Trovo nell’irrisolvibile mistero in cui celi pensieri ed emozioni

qualcosa che mi appartiene e mi attrae,

sensazioni che,

nella mia tormentata e adulta esistenza,

sono anche mie.

PICCOLI MOMENTI

Sono i piccoli momenti

a riempire la nostra vita.

Sono i piccoli momenti

a regalarci le più belle emozioni.

Sono sempre essi

che si fissano negli eterni ricordi,

che non vanno via

nemmeno quando gli occhi si bagnano di pianto.

C’è vita persino in quegli attimi di disperazione

dal silenzio una scintilla di gioia provocherà un’esplosione.

Basta un istante, solo un istante

per rallegrare i nostri gelidi cuori.

IDEA DI LIBERTA’

Ho nella mente un’idea di libertà,

ma nella mia mia vita purtroppo

vi è una libertà in gabbia.

Scavo nei miei sogni

e trovo

idee infinite,

fuggenti attimi,

sussurri lievi

di libertà.

Penso,

mi fermo,

rincorro,

ascolto,

e scopro in me sempre lei

la libertà:

la libertà è in noi

dobbiamo solo trovare il coraggio di liberarla,

non rinchiuderla mai.

Vola gabbiano!

librati alto nel cielo della speranza,

sfiora i raggi del sole della vita,

tuffati nel silenzio della pace,

giaci stanco sul lido della fiducia,

e vivi!

Anche le gocce d’acqua possono gelare

prima di unirsi all’oceano,

il freddo clima dell’umanità

può lasciar galleggiare

i pezzi di ghiaccio

finchè un raggio di sole

penetrerà la lastra gelata

e l’oceano accoglierà riscaldate nel suo seno

le piccole gocce.

Spero di poter un giorno

essere un raggio di sole.

L’ECO DEGLI ANGELI

Ho sentito delle note

provenire da lontano

ma forse era l’eco

delle risate dei bambini.

Ho visto una luce

brillare da lontano

ma forse era il riflesso

di un battito del cuore nel silenzio.

Ho udito le parole

giungere alle mie orecchie da lassù

ma ora sono sicuro

eri tu, tra gli angeli, che mi parlavi.

ATTIMI DI MERAVIGLIE

Quando la sera tutto si ferma

e il silenzio

può entrare nel tuo cuore,

riesci ad ascoltare note inespresse

di una vita

che palpita nelle tue vene.

Non fa freddo

e la notte

sarà più bella che mai!

Potrai guarire

da quelle notti insonni,

scacciare la paura se lo vorrai,

riemergere per un attimo dalle tue profonde solitudini.

Chiudi gli occhi

e lasciati cullare dal mare dei ricordi,

lasciati accarezzare

dalla brezza dei sentimenti,

assaporando vivide sensazioni

potrai scoprire una luce che brilla.

E’ un diamante dalle mille facce

che chiede solo di essere scoperto

e condiviso,

fermati!

contempla quella luce,

parlale della tua solitudine,

togli le bende che ti accecano.

Troverai un volto

con occhi pieni d’amore,

troverai una mano

che ti vuole sostenere,

troverai un cuore

che ti vuole abbracciare.

Ti prego credi

nella sincerità e nella magia

di quegli attimi,

non lasciarli sfuggire

ma vivili,

vedrai meraviglie compiersi in te.

CHI SEI

Chi sei?

dolce compagna di avventure!

Sono solo

e tu sfiori il mio braccio.

Piango

e mi mostri un sorriso.

Sono triste

e mi fai una piroetta.

Vorrei morire

ma mi porgi un giglio.

Sono silenzioso

e tu canti al mio orecchio note di gioia,

ma chi sei?

ESISTONO SILENZI

Esistono silenzi

in cui vedo scorrere parole

come un fiume in piena

sul diario della vita,

ma non è la mia mano

che le scrive.

Esistono silenzi

nei quali vedo scorrere una lacrima

come stilla di rugiada

sul mio volto,

ma non sono io

che la verso.

Esistono silenzi

che mi fanno sentire un alito di vita

che come un profumo di mille fresie

mi accarezza il volto,

silenzi magici

in perfetta sintonia col mio indefinibile anelito.

Ora sento e comprendo

che il cuore dell’universo

palpita all’unisono col mio respiro

e allora chiudo gli occhi,

e cerco di ascoltare nel silenzio

la dolce melodia di quegli istanti.

Sono attimi che parlano d’amore,

che mi rapiscono con loro,

e in quei momenti

trovo anche te.

LA’ DOVE IL SOLE ILLUMINA ANCORA

Stringimi a te,

ai tuoi sogni leggeri

che san volare in alto

sino a sparire all’orizzonte

per poi riemergere in quella zona del cuore

che confini non ha.

Guardami riflesso

attraverso la chiarezza delle tue pupille,

incontaminato sguardo d’un’anima semplice,

e con un sorriso

illuminami

e scolpisci il tuo amore nella mia mente.

Calpesta la mia eterna tristezza,

lascia che rimanga a terra

immobile e impotente,

polvere sulla polvere,

inerme

come nulla nel nulla.

Mostrami il profilo d’un arcobaleno

arco di vivida luce e colori sgargianti,

affinchè possa frantumare squarciando

il buio della mia solitudine

che nessuno sa capire,

che nessuno è in grado di ascoltare.

Portami in alto,

lontano da quaggiù,

via dalle ombre oscure

che mi rendono loro schiavo,

là dove il sole illumina ancora

e riflette amore.

Ascolta il grido della mia disperazione

e amami più forte che puoi,

mostrami fiducia,

regalami l’infinito,

fai sentire questo bambino insicuro e uomo mancato

importante almeno per te.

QUELLO CHE VORREI

Io cerco la tenerezza

non come si cerca qualcosa

che non si conosce

e che non si è mai provata,

ma come qualcosa di cui

si ha infinita nostalgia.

Ecco cosa vorrei per me:

un sogno dipinto

coi colori dell’arcobaleno

sul fondo azzurro dei miei pensieri

e sterminate praterie di profumatissimi fiorellini

e un mare verde smeraldo rigoglioso di vita subacquea.

E vorrei che quel ponte di colori e di emozioni

unisse idealmente la prateria e l’acqua,

la mia vita e quella che vorrei che fosse

per essere libero anch’io fino a divenire cielo,

anima nell’anima,

vento nel vento.

ARTEFICE DELLA MIA VITA

Non esiste il destino,

sono soltanto io l’artefice della mia vita,

io e soltanto io posso scrivere la mia storia

disperata ma profondamente umana

e per questo vera, sofferta, vissuta.

Semplicemente so che devo vivere

senza aspettare il via della bandiera a scacchi,

devo correre prima che sia troppo tardi,

potrei sprofondare nella palude della tristezza

se solo mi fermassi a riflettere o mi arrendessi in partenza.

Vane le preghiere, inefficaci le medicine,

nessuno mi spingerà a seguirà il mio cammino,

dovrò necessariamente farcela con le mie sole forze,

nessun aiuto dall’alto,

forse nemmeno il soccorso della zingara fortuna.

Stasera però mi sono fermato un attimo

a guardare il rosso del tramonto

che dava l’addio al giorno

proprio mentre anch’io mi sentivo finito,

quella luce mi ha sussurrato piano:

“tu rinascerai con me e vincerai se lo vorrai”.

IL CHICCO

Era arrivato il giorno tanto atteso,

il mio sogno doveva essere seminato,

doveva sbocciare,

crescere e dare i suoi primi frutti.

Piantai quel chicco

nella zona più fertile della mia vita,

lo innaffiavo ogni giorno con le mie lacrime

e desideravo sempre più la sua nascita.

Finalmente spuntò una foglia,

mi fece sognare,

sperare,

sorridere,

sapevo che i suoi frutti

sarebbero arrivati presto.

Con molta lentezza crebbe,

fece un piccolo fiore,

un briciolo di gioia

ma nessun frutto.

A differenza della lentezza

con la quale era nato,

al primo spiffero di vento

morì

e con lui

il mio cuore.

LA RINASCITA

Per assaporare i colori della primavera

e sentire il calore del sole,

il suono della natura che rinasce,

dobbiamo avvertire prima il gelo dell’inverno.

E il bosco dovrà apparirci freddo e silenzioso,

solo dopo vedremo il pettirosso cantare,

giovani foglie danzare, una goccia divenire oceano.

E i fiori giaceranno inerti sepolti nell’oscurità

per poi germogliare e fiorire come per incanto,

fiori vivi che mostreranno le corolle al sole.

L’inverno può durare anche per mesi e mesi,

il buio potrebbe rivelarsi lungo e interminabile,

camuffarsi da maschere umiliate e sconfitte

di solitudine e di tristezza

ma la primavera e con essa la sua incantevole luce

torneranno sempre prima o poi

e sarà festa nei nostri cuori,

definitiva vittoria per la nostra anima.

I COLORI DELL’ARCOBALENO

Tu

che hai saputo dipingere

con i colori dell’anima,

immortalando sensazioni racchiuse

in mille immagini.

Hai creato arcobaleni,

voli di aironi

tra cielo e mare

abbagliando di luce

l’orizzonte del cuore.

Mi hai modellato,

con la tua arte plasmato,

sfiorando insieme

il tutto e il nulla,

l’estremo e il semplice.

Una libertà

infinita

che attraversa il respiro

e fa volare via,

via.

IL SILENZIO DELL’ANIMA

In questa notte

che il sogno

non riesce a strappare

ai miei pensieri,

lascio scivolare

lievi

piccole gocce

sul mio viso.

Il silenzio

della mia anima

ora preme

come non mai.

Ed io riconosco

la mia debolezza,

la disperazione d’un uomo

che è consapevole della propria fine.

Ma io non vorrei

morire adesso

senza nella mia vita

aver mai amato prima.

RITRATTO DI DONNA

Soffermandomi a guardare il tuo viso,

quella profondità del tuo sguardo,

vorrei passarci delicatamente le dita

seguendo con una linea i tratti dei tuoi lineamenti.

Scrutando i segreti di quegli occhi verdi

che sembrano cambiare ad ogni tuo stato d’animo,

non so che darei per leggere quelle paure e incertezze

che mai avresti il coraggio di rivelarmi.

E in quell’infinita dolcezza

che lasci ancora scorgere,

cerco dipinto un viso di bimba,

trovo invece il ritratto di donna.

IO E TE IN AMORE

Se avrò gli occhi spauriti

di un cerbiatto indifeso,

ti potrai commuovere

e mi accarezzerai.

Se subirò la sconfitta

di una speranza naufragata nel niente,

soffrirai con me dispiaciuta

e mi consolerai.

Se di colpo scoprirò

di non farcela più,

tu combatterai con me

e mi incoraggerai.

Ma quando ti guarderò

con gli occhi di un uomo innamorato,

ti perderai con me

e saremo un vortice nel blu dell’oceano.

Là dove la vita

si rigenera dopo la morte,

là dove il tempo

non si ferma.

Io e te in amore.

SAPORE DI LIBERTA’

Voglio allargare le braccia

e respirare forte

l’immensità del cosmo,

il sapore della vita.

Voglio sentirmi libero,

Finalmente felice di vivere e amare

senza negare più a nessuno

me stesso.

Desidero imparare a conoscere

ed aiutare il mio prossimo,

dire addio alla bramosia d’egocentrismo

del mio io.

IL QUADRO PIU’ BELLO

Spicchio di luna in cielo,

aliti di parole incantate,

soffio caldo del tuo pensiero

sul mio cuore.

Mi soffermo a contare e raccogliere le stelle

ne farei una collana per donarla a te

che non ne hai bisogno

perchè stella fra le stelle.

Altro che tesori e ricchezze!

non servono gioielli e diamanti,

regni solo tu

con la tua magica e preziosa presenza.

Tu dolce e bellissima principessa

nella favola della mia vita,

dolce musica il tuo respiro

che danza nella notte col silenzio.

Ed io che in uno spiraglio di luce

ti guardo incantato

come un fermo immagine nella mia mente:

il mio quadro più bello.

LA MAGIA DI UN NUOVO GIORNO

E’ ora finalmente!

quell’attimo mansueto

che segue la notte e precede il mattino

trattiene il respiro,

la natura tutta è in attesa,

il risveglio è prossimo.

La magia

che si rinnova

nell’incanto dell’alba,

canta il gallo

ambasciator di questo evento,

poi trepido silenzio e fremente compostezza.

Ed eccolo il boato

in un fragore di luci che si accendono

tutte insieme,

esplodono nel cielo,

giunge infine il sole

a battezzare il nuovo giorno.

Ed è un festoso cinguettare di uccellini,

lo schiudersi dei fiori,

la carezza della rugiada

che lieve scivola sugli steli,

la òla dell’erba che vibra

pizzicata dalle esperte dita della brezza.

E poi ancora il guizzar dei pesci giù nel fiume,

il suono d’una campanella al collo d’una mucca,

il rincorrersi di un’onda dietro l’altra,

oche che schiamazzano in girotondo,

il sapore fresco del latte appena munto, del pane caldo,

delle uova raccolte sulla paglia,

lo sguardo di un pulcino appena nato con le piume in disordine.

I miei occhi sbigottiti che veloci applaudono

aprendosi e chiudendosi ritmicamente

sul mondo che nasce,

avidi e mai stanchi,

felici ancora di assistere

alla magia di un nuovo giorno.

SEGRETI

Segreto grave

occultato dalla maschera del silenzio.

Segreto profondo

sigillato da una promessa.

Segreto fragile

taciuto per rispetto.

Segreto inconfessabile

celato per vergogna.

Segreto remoto

ancestrale,

incomprensibile,

misterioso,

completamente folle.

Quanti segreti

appartengono alla coscienza d’un uomo!

Radice d’un male, silenzio dentro il silenzio,

amara fonte di strani tarli.

Quanti segreti verranno con liberazione confessati?

Ma quanti di essi sfoceranno poi nella morte!

OCCHI DI GATTA

Occhi oblunghi d’ambra e smeraldo

percorsi dai sentieri dell’eden.

Oasi sconfinati di terre e fuoco

solcati dai fiumi dell’anima.

Mondi lontani d’amore e odio

abitati da abissi profondi.

Occhi di gatta

inafferrabile enigma.

NEBBIA

E la nebbia scendeva

lentamente

confusa.

Solo una luce

si distingueva all’orizzonte

in un tremulo brillio.

Poi un’altra

e subito dopo un’altra

e un’altra ancora.

Indefinibile paura e insieme lontana speranza,

chiusi gli occhi

e non fu più niente.

L’ALTROVE

Libero varco che trasmigra mondi

veggenza astrale tra fuochi oscuri,

notti di voci in sussurri sopiti

che risvegliano danze di lucenti magie,

nel dorato alito di fate leggere.

Quello strano timore di essere Anima

come un lamento di foglie schernite dal vento!

Come sorrisi di orchi che diventano buoni!

E per un istante sottile,

trafitto dal megalitico luccichio della luna,

il confine che separa l’Altrove

non è poi così lontano.

MASCHERE MUTAMBOLE

Non detestare ciò che sei se sei,

vivi semplicemente nell’orma dei passi antichi

che furono dei padri fucina dell’esistere.

Ascolta nel silenzio la saggezza e lo scongiuro

di maschere mutambole

come folletti strambi malati di magia,

piegati alle fogge di forme controverse

cercando il senso della smorfia

in ogni pietra cesellata.

Non vedi? Ridono di te!

Non senti? Piangono per te

e cantano la storia lontana

che scaccia demoni dal mondo.

GESU’ IO TI AMO

Gesù! Ora posso, devo, voglio amarti; ogni giorno di più!

io ti sento vicino, molto vicino

fin quasi a sfiorarti,

guardandoti dal basso verso l’alto

inginocchiato ai tuoi piedi.

Per troppo tempo non ti ho creduto

e ho vissuto come se tu non esistessi,

lontano da te

senza mai leggere il Vangelo,

perso in strade buie senza sbocchi.

Tutte le porte mi parevano chiuse,

ero preda di ansia e tristezza

immerso in una solitudine senza fine.

Sopravvivevo ossessionato ed atterrito

dall’idea d’invecchiare e morire,

schiavo della lussuria e della pornografia

non capendo che la carne è morte e lo spirito è vita,

tu soffrendo hai crocifisso la carne, io ne ho fatto fonte di piacere,

il male aveva inquinato persino i miei scritti: ero ridotto una larva umana!

Ora cerco persone avanti nella fede

mentre prima bramavo esperienze sessuali.

Oggi tutto è cambiato come per magia

da quando finalmente aprendo il mio cuore

io ti ho accettato con fede nella mia vita.

Ogni cosa mi appare nuova e bellissima

vedo tutto ciò che c’è dentro e fuori di me

con occhi totalmente diversi, sento nella coscienza serenità e giustizia.

Hai riempito la mia anima d’una purezza fortissima

come se in un momento avessi cancellato tutti i miei peccati perdonandomi,

purificandomi come un bambino, ero caduto e mi hai rialzato.

Sono rinato libero e felice.

Ora amo te Gesù, gli altri e la vita

ho smesso di chiudermi vigliaccamente nel guscio del mio egoismo

ma sento forte il bisogno di aprirmi all’universo che mi circonda.

Vorrei tanto fare del bene, aiutare e trasmettere al mio prossimo

rendendo testimonianza ed evangelizzando

questa gioia che provo dentro

e che vorrei condividere con tutti.

C’è una nuova luce che brilla nei miei occhi

e l’ispirazione poetica è cresciuta diventando positiva e bellissima

mentre prima scrivevo dolore e autodistruzione

e rileggendo è come se non avessi scritto io.

Ho compreso che senza di te

c’è il vuoto e regna la paura,

nulla ha senso o valore e si è vulnerabili e infinitamente deboli

ma nella debolezza in umiltà si è forti.

Piccoli grandi prodigi

mi sorprendono giorno per giorno

rinnovandomi continuamente e progressivamente.

E’ una rivoluzione interiore, una metamorfosi d’amore.

Tutte le porte si aprono da sole.

Ed io non posso più tornare indietro

ora che ho sperimentato

l’importanza della tua presenza nella mia vita.

Smascheri il diavolo, discerno il bene dal male.

Da ora in poi griderò al mondo intero:

Gesù io ti amo con tutto il mio cuore più della mia stessa vita

e ti adorerò per sempre.

Perchè con te vicino posso ogni cosa, non deludi mai

niente potrà più abbattermi

o farmi del male: chi è con te non è del mondo!

E le cose di esso perdono consistenza:

Solo luce e amore

tu hai riservato

per me! Tu battezzi, liberi, guarisci, salvi!

Dentro me hai iniziato un’opera meravigliosa

che porterai a compimento,

primi timidi germogli

d’una miracolosa fioritura di santità.

Leggendo la tua parola,

nelle profondità del mio spirito,

una capacità di penetrazione talmente forte

vivifica.

LA SPIRITUALITA’

Esiste da sempre e per sempre in noi,

in fondo alla nostra anima,

qualcosa indefinibile

ma estremamente preziosa e vitale

capace di renderci immortali,

invincibili,

simili a Dio,

e che non può essere in nessun modo

annullata o distrutta.

Questo meraviglioso dono di immensa potenzialità

che ci è stato regalato con amore

è la nostra spiritualità.

Immersi nel fango dell’errore e della disperazione

o sprofondati nel mare dei nostri guai,

essa ci trascinerà con se’ sconfiggendo la morte,

risorgeremo dalle macerie ricostruendo noi stessi

con una straordinaria forza di vita e d’amore

sollevandoci fin lassù

perchè noi siamo nati per vincere.

SENTIRE GESU’ NEL CUORE

Oggi ho capito

una cosa molto importante

che soltanto chi sente veramente Gesù nel cuore

può comprendere:

la vita è meravigliosa,

è un dono bellissimo

che ci è stato regalato con amore

e per questo va vissuta con gioia ed entusiasmo

fino in fondo.

E se spesso accadono cose brutte e tristi,

non è perchè siamo sfortunati

o perchè il male regna sovrano,

oppure perchè siamo stati abbandonati al nostro destino,

c’è invece un qualcosa di bellissimo

celato dietro quel male,

come un meraviglioso e definitivo riscatto futuro

che noi per adesso con gli occhi mortali e terreni

non possiamo neanche concepire o immaginare.

Per questo io ho fatto la scelta più importante

della mia tormentata e solitaria esistenza:

“ho messo la mia vita nelle mani di Gesù Cristo”

e per la prima volta in vita mia

scrivo di Gesù e per Gesù.

Ho compreso inoltre che se voglio essere in comunione con lui

devo seguire la sua Parola e non la mia idea.

 

CHISSA’ SE TI RICORDI ANCORA

Chissà se ti ricordi ancora

le domeniche d’estate

e quel silenzio nelle strade,

correvamo solo noi

ad inseguire i sogni

senza più tristezza ed abbandono.

Stringevi forte la mia mano nella tua

e spinti dall’incoscienza della nostra età

fuggivamo via lontano,

vivendo il presente senza domani,

ci bastava e non ci importava di sapere

cosa volevamo noi dalla nostra vita.

Chissà se ti ricordi ancora

i pomeriggi d’inverno

trascorsi chiusi in casa

a fumarci la malinconia,

ad inventare il nostro mondo,

giorno dopo giorno senza aver paura,

senza fermarci davanti a niente

tra storie vere e viaggi con la mente.

Ma il tempo passa in fretta sai

ed io ho non ho imparato a vivere

ma lo stesso tempo

sento che non cancellerà

quelle cose in cui io credo

che vibrano e bruciano dentro me,

mi chiedo se anche tu

sei rimasta quella di allora.

Chissà adesso dove sei, che fai e con chi stai!

Chissa se avrai trovato mai

la vita che volevi,

quello che sognavi.

I POETI

Ci sono ancora loro,

strani individui

con l’anima più leggera di una nuvola.

Loro,

i poeti,

ingarbugliati nelle rime di ogni giorno,

con le più vere promesse e il più nobile scopo:

donare con il cuore e tramite la penna

ancora e poi ancora all’infinito,

amore.

Ci son sempre loro a risvegliarti dal torpore

che t’infonde l’infernale macchina del nulla,

a dirti quanto vali se le ali

le dispieghi ancora

ferite e sanguinanti forse.

Ci sono ancora loro a dirti di stranezze

disegnate dentro al vento,

a farti capire quanto sia vero il tuo sorriso

se arriva dopo quel dolore,

quanto sia libero questo mondo

se non avvelenato da quei gas

più che mai sconosciuti ed assassini.

Sì, libero e vero! come la vita che ti scuote

contro quella morte che non puoi capire.

E ci sono infine loro:

bambini, folletti, tenerissimi giullari di emozioni

ormai ridotti a non avere più parole

che parlano muti lo stesso,

piangono in silenzio,

e nel silenzio,

senza fare rumore,

accarezzano l’immenso.

AMORE

Ho visto lanterne ardere

in un silenzio infinito

dove la memoria

si perde.

Voci di bambini aleggiare

in un tempo remoto

dove suoni di flauti

contrastavano sussurri e grida.

Incontrollato amore, sconosciuto, amaro

disperato amore

che devasti l’animo

e sconvolgi la mente.

Amore rincorso, perduto, ritrovato

amore di lacrime

che purifichi gli occhi

e lontano calmi l’ardore.

Ho sentito il mare infrangersi

in onde di tempesta

in un tempo inaccessibile

dove il dolore si dissolve.

E ricordi amari al cuore

che offuscano

la vita vissuta

e non vissuta.

Inspiegabile amore, vagabondo, inconsueto

fragile amore

che distruggi il mio sangue

e annienti il mio corpo.

Amore cercato, sognato, sperato

amore di rabbia che infiammi lo sguardo

e lontano

accendi le vene.

Più amore

più forza,

più di te

dentro me.

FRAMMENTI DI SENTIMENTI

Impalpabili volteggiano nell’aria e profumano di primavera

cadute distrattamente da chissà dove

smarrite nel tempo.

Spaziano nella mente

nutrendosi di spasimi

anelando consolazioni.

Danzano coi ricordi

si adagiano su fiori recisi

dipingendo l’amore.

Un ritratto d’autore

ma sono solo briciole

briciole e nient’altro.

Frammenti di sentimenti

che uniti tra loro

danno vita al mio cuore,

INCROCIO DI VITE SBAGLIATE

Sei storia d’amore incompiuta,

poesia mai finita,

sei l’amore sfiorato e incosciente

incontrato per strada, la stessa

a un incrocio di vite sbagliate.

Fra mille anni

o forse fra un istante

io ti ritroverò seduta ad aspettarmi

nella quiete di un tempo

che sarà verità.

Mi chiamerai “mio amore”

ed io “piccola mia”

come se ieri fosse appena passato,

come se mai

tu fossi andata via.

DENTRO TE

Dentro te

ascoltavo il dolce silenzio

affondando nel grigio notturno

dei tuoi occhi

mentre l’azzurro delle tue iridi

svaniva fra le ciglia del sole.

Dentro te

percorrevo il tempo immobile

cullando il sogno di te bambina

ed una carezza silenziosa scorreva

accanto ai tuoi occhi lucidi.

Dentro te

immagino ancora il tuo profumo

l’estasi proibita

e la dolcezza di quel momento

che diventerà il mio indelebile ricordo.

IL TEATRO DELLA VITA

Personaggi

costumi di scena

copioni

luci

prove

soddisfazioni.

Tutti vagoni di un treno

che viaggia

lungo il binario del teatro,

arte sopraffina

nel comunicare con gesti

mimica e parole.

Un viaggio

che conduce la nostra anima

in uno spazio virtuale

a volte fantastico

a volte specchio

della cruda realtà

ma che ormai fa parte

della nostra vita,

del nostro essere maschere

in questo mondo

chiamato teatro.

IL DELFINO E LA SIRENA

Su un’isola deserta

sperduta in mezzo al mare

viveva una fanciulla

che non sapeva amare.

In mezzo alla natura

da sola era cresciuta

tra fiumi, uccelli e fiori

di quell’isola sperduta.

Dormiva su una rosa

mangiava dentro un cocco

cingeva i suoi capelli

di un nastro con un fiocco.

Passava le giornate

parlando con gli uccelli

svelava a loro i sogni

più intimi e più belli.

Il suo migliore amico

era un delfino bianco

ch’era rimasto lì

lasciando il proprio branco.

Un dì mentre nuotava

nel mare di cristallo

qualcosa la colpì

in un banco di corallo.

Con gli occhi spalancati

guardava attentamente

quello che succedeva

nel fondo sottostante.

Il suo migliore amico

ossia il delfino bianco

giaceva dolorante

poggiato su quel banco.

D’istinto si lanciò

portandogli soccorso

e gioì quando capì

che non l’aveva perso.

Qualcosa nel frattempo

in lei era cambiato

pensando a quel suo amico

che Dio le aveva dato.

D’allora la fanciulla

con lui volle restare

sirena diventando

per vivere nel mare.

Restò con lui per sempre

coprendolo d’amore

ma l’isola dei sogni

rimase nel suo cuore.

LA RAGAZZA COMPUTERIZZATA

Io vorrei confessar questo

in fondo è un segreto onesto,

mi son follemente innamorato

di una ragazza virtuale che ho creato.

Non so da qual mondo sia venuta

ma si muove, mi guarda e non è muta,

non esiste nella realtà

ma a me par quasi verità.

Dal mio computer è uscita fuori d’improvviso

senza dolori, problemi e con un bel riso,

è proprio bella, formosa e seducente

fatta di hard disk, processori ma non mente.

Cliccando il suo corpo l’amor ci ho fatto in ogni lato

non ho preso virus e piacer ho anche provato,

lei programmata ride, parla, si muove sai

mi ubbidisce, non dà problemi e non tradisce mai.

Figli purtroppo non me ne può dar

ma che importa, la stringo e continuo ancor a baciar,

ormai in questo secolo di robots e computers ultrapotenti

mi sentirei antico con una vera donna coi sentimenti.

Per questo io sto tranquillo con la mia ragazza computerizzata

che mi soddisfa, mi piace e l’ho tanto amata,

son arrivato al punto di non volerla cambiar se far lo possa

neppur con una ragazza vera in carne e ossa.

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ENIGMI INTERIORI

 

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R I S U S C I T A M I

Maestro, ho tanto bisogno di un miracolo

trasforma la mia vita e tutto in me

da tempo non vedo più la luce

hanno spento già la mia gioia di vivere

umiliato la mia speranza,

vedo i miei sogni cancellati tristemente

lacrime di solitudine bagnare i miei occhi.

Maestro, non ho altro che io possa fare

solo tu hai tutto il potere,

sono seppellito come Lazzaro in questo sepolcro di disperazione

c’è un macigno che Satana ha messo davanti.

Maestro, chiama il mio nome ti prego

ascolterò con fede inginocchiato la tua voce

rimuovi la pietra delle mie paure e chiamami ad uscire

fai rivivere i miei sogni: liberami!

Sospinto dalla fede che c’è in te

sicuro d’una vittoria che tu solo dai

risuscitami!

 

 

NISIDA

Sconosciuta Nisida, sacerdotessa del male

misteriosa, imprendibile, diabolicamente angelica

dimmi ti prego: chi sei?

Fai parte del mio mondo mortale

o ti ha partorito la mia immaginazione?

Sei una creatura di carne e ossa

oppure un’entità figlia di magia e misteri?

Ogni notte ed alla stessa ora

puntuale mi rapisci col tuo campo magnetico

invisibile alone che dà piacere e uccide

e mi traforma in alieno uguale a te

estrema lotta fra carne e spirito

drammatico calvario di orgasmi e morte.

Ti scongiuro Nisida

svelami il tuo complicatissimo enigma

e rivelami se è donna o fantasma

colei che di notte fa l’amore con me.

Amabile folle creatura

da quale mondo vieni?

che poteri hai?

che specie di demone sei? Mi leggi la mente, oltrepassi i pensieri.

Non ho paura di te, sai: tu sei tutto quello che io sono

ma le conseguenze di questa tua presenza in me

non sono in grado di controllarle, potrebbero essere devastanti.

Io so da sempre

di non essere normale

legato da un cordone ombelicale alla solitudine

perso nei labirinti dell’angoscia

sospeso tra le forze del bene e quelle del male

aggrappato solo all’arte ed alla sua creatività.

Ma tu inafferrabile Nisida disegni il mio destino

sei una lama affondata nella mia carne che non trasmette dolore

una voce lunare che mi guida la mente come un sesto senso

ed hai disintegrato ogni equilibrio

ormai sono folle più dei folli.

E’ tempo di portarmi con te, seducente Nisida

questo mondo non è più per me

la mia anima è troppo inquieta e gitana per rimanere ancora,

ho conosciuto solo tenebre

ora voglio entrare nella luce.

LACRIME D’ARDESIA

Una bruna landa

Trafitta da aghi verde-spento.

Sopra dense nubi pendono basse;

immote, opprimenti con il loro grigiore.

Nella plumbea ombra del mio albero

Dalle foglie color del giaietto

Seggo.

Sondo l’orizzonte;

custodisce la nera voragine.

Sol essa m’affascina.

Sotto le palpebre, ribolle d’enigmi di vermiglio.

Del suo vuoto oscuro, si empie l’anima.

Ma è lontana.

-il mio tronco è riarso solo alla base –

Sebbene pur sempre incombente.

I miei lineamenti,

-raggelati dal dubbio-

Le mie membra,

-contratte dalla costernazione-

Attendono il vento;

poiché i suoi dardi

devasteranno l’immobilità

e libereranno il fulgore,

il sole.

Tutto brillerà

Percosso da riverberi;

-immaginifiche distrazioni-

M’accecheranno.

-Come tutte le altre volte.-

Frattanto, piango lacrime d’ardesia.

ESSENZA DI TE

Dell’iridi tue

Ho tinto un lago,

e dal fondo delle sue acque

respirando di te l’essenza,

ho contemplato

i fulgori dell’oscura notte.

Li ho sussurrati al mattino,

con la pelle immersa

nel sole

ed i sensi adagiati

nell’ombra dell’animo tuo,

come mai avrei potuto

se solo.

Ora,

come io artista e tu estro,

carpisci note alla spuma e alla rugiada

ed al vento

la nostra poesia

canta!

MANTO DI TENEBRA

Ama il mare

L’immane sua armonia

Frangersi in spuma

Nella maestosità

della scogliera

Ch’ama a sua volta

La solenne sua immobilità

Dissolversi in riverbero

Nelle danze eteree

Dell’acqua.

Così

Ella ama la sua ignea luce

Avvolta dal manto di tenebra di lui,

Egli ama la sua oscurità

Stracciata dai guizzi di fulgore di lei,

Ciascuno nell’iridi dell’altro.

OSCURO ENIGMA

Avvolto l’istinto

da un manto di mestizia

-imprimendo nella neve orme d’onice-

respiro un’arida ibernazione

fra montagne canute.

Squassato il pensiero

da fitte schiere

di lividi tassi e spogli gelsi,

vano m’arranco

per una forra ove gemere

all’insaputa della selva.

Incatenati i sensi

da esperidi coriacee

a riverberi sparuti d’un fiume sibilante,

madido di foschia

mi struggo ammirando nel vespro

l’oscuro enigma

-effimero-

costellato di fulgori criptici.

Ma nell’unica lacrima

serbo il ricordo

d’un ibis tinta

d’ostro giulivo

che con sguardo di lince

sonda ogni orizzonte,

carpendo della meraviglia la purezza.

Così dell’essenza

-che anche solo a percepire

spesso s’anela-

ella rifulge.

IMMENSITA’ INDEFINITE

Volle il caso che quella sera

Una nube d’ovatta azzurra evaporasse

Da immensità indefinite

A titillare soave il roseo cielo.

Della sua serenità quel gigante

Inondava il tutto

Che al di sotto gli voltava le spalle,

Riarso dalla sua decadenza.

Mirabile spettacolo

Nei meandri più foschi dell’essere mio

S’insinuò;

Violento

Fra le effusioni dell’istinto ed i bagliori dell’emozione

Cercò la ragione,

Volle destarla.

Così io compresi la mia beatitudine,

Scovandola

E poi rimirandola

In una fausta sera estiva.

INCANDESCENTE

Ad un arido aggallato

S’abbandona.

Iris vividi o giunchi fausti

-Acidi come uno spillo di luce irriverente

Diritto negli occhi-

Talvolta l’accarezzano.

Del silenzio non teme più

Gli echi,

dell’oscurità non agogna più

le ombre.

Giunge così all’orizzonte,

rincorrendo il tramonto;

si getta

divampando incandescente

in un’eruzione di fulgore.

Grida la commozione,

Piange la gioia,

Fa l’amore con la morte.

– S’estingue nel mare

Che di vita

Vibra.-

SORDIDI LAMENTI

Sotto betulle

torbide lacrime

sordidi lamenti

d’un pavone a cui

gli sfolgorii delle piume

l’impervia selva

eclissa.

FRANTUMAZIONE

Della burrasca di vermiglio

E delle sue magnifiche folgori

Solo indugiano esauste perle

Sul lacero perpetuino.

Segue l’eliotropio

Il fulgido splendore;

ma non il fiammante Apollo,

non il Sole.

Si schiude il mirabile fiore

Alla nera ombra;

non all’estatica Selene,

non alla Luna.

Allora nella placida aurora.

(“Frantumata in lacrime l’illusione, nel silenzio della solitudine sento forte la tua presenza;

Il mio demone mi ha lanciato contro un boomerang ma la mia fede è cresciuta.

So che piangere significa ritrovarsi, glorificare Dio non più il mio io.

Guardo avanti e scendendo nelle acque battesimali

rinasco in Cristo Gesù come una sua nuova creatura,

il male appartiene ormai al mio passato:

È cancellato e vinto, frantumato!”).

ECHI ANCESTRALI

Una radura imperlata

Di luce

Soffonde in echi ancestrali

Di grandine

Un sogno screziato

Di malinconia;

Ciò che è stato

Di consapevolezza

S’inebria.

FOGLIAME DI SANGUE

-Fogliame di sangue

Macerato graffia

E spiana lercio sentiero

Entro faggi di pece-

Lì giace abietto

essere scialbo

per le bieche percosse

nei suoi tardivi fremiti.

-Ma scroscerà

Rugiada d’onice

Ed irromperà ogni tinta

vivida nel viluppo dell’ombra.-

Nell’iridi vitree sfolgorio

d’ardesia l’incita al primo

indomito vacillare;

egli correrà allora

reiterando la vita

tra spine di rose

superbe

ruggendo lacrime.

PULSA…LA VITA

Nei celati orizzonti

Incede gelido il vento

Lontano coi neri nembi.

A fiotti da sprazzi d’azzurro

Floridi imperlano i raggi

d’ambra i prati rinnovati.

Lassi e sparuti solo

gli arbusti straziati e tremanti

ancor pulsano di vita

aspettando

della primavera l’arancio e il vermiglio.

SOLE SPENTO

S’è spento il sole

nell’orizzonte

Vibra il mare e

brilla d’oscurità

com’ogni tuo sguardo.

SILENZIO CREPUSCOLARE

Prese l’iridi

Dal silenzio crepuscolare

Nell’essere m’inabisso

Come amanti di fiamma tremanti

Brucianti dinanzi all’oceano

In burrasca.

Così l’avverto

Sole d’onice

Fatua palpitare;

la vita.

FOLGORI

Ci sono macchie scure, zone d’ombra che anziché scacciare ho alimentato,

Che non riesco ad estirpare mai dal mio io: frutti cattivi d’un albero buono,

Enigmi interiori della mia mente, sempre invasa da concupiscenti tentazioni demoniache,

Carnali follie indecifrabili radicate in me sin dalla nascita:

Perdonami mamma!

Se non son riuscito ad essere ciò che volevi,

Per non aver saputo vivere una vita normale: una falsa libertà mi rendeva schiavo.

Ora che tu non sei più capisco che l’unica ragione della tua vita ero io

Le tue parole scuotono la mia anima

Come folgori nella notte, ho sfigurato la bellezza dell’anima scandalizzando i miei occhi;

Rimane il rimpianto di non averti ascoltata e il doloroso esame d’un passato ingolfato di sbagli.

Ma vi è un’unica grande consolazione dopo la tua morte, segno di vittoria:

L’imbattibile tempio di Satana fatto di lussuriose immagini oscene,

Eretto in segreto a casa mia, ora brucia nel fuoco, umiliato ed impotente,

Ridotto in cenere, trasformato in sporcizia e spazzatura.

Quel maledetto perverso gene ereditato da mio padre,

È ancora presente in me,

Ma la potenza di Dio lo ha reso innocuo ed inefficace

Trasformandolo, dopo un lungo e progressivo periodo di purificazione nel mio spirito,

In in uno strumento di gloria per questa vita e per quella eterna.

Casa mia, prima piena zeppo di figure oscene,

Ora, completamente ripulita, è ricca di angeli ed immagini sacre,

Diventata un luogo di preghiera per gli altri e per me stesso

Da solo e in comunione con i fratelli

Mettendo a disposizione di tutti

Il dono carismatico che il Padre Celeste mi ha dato

 

VITA SU MORTE

Rosei petali

sparsi

su

riverberi

oro

e porpora

d’un

brillante sole,

laggiù

in una

pozzanghera

di cieco

cemento.

FOSSI CUPI

Limpide allietava il sole

Rose cremisi d’assurdo splendore

E Zefiro fra petali di mille viole

Danzava coi gigli in spirali di candore.

Ma d’un tratto scese l’ombra

Sui prati rossi.

Nera nube spense ogni ambra

Nel buio di cupi fossi.

Sbiadita ogni tinta

Si staglia unico al di là del monte

Linea cieca e muta

Di morte e dubbio l’orizzonte.

Invasa la terra e ogni umano essere vagante

Da un esercito di demoni in azione

Specializzato ciascuno dei quali e operante

Nel proprio campo di tentazione.

Più forte dai cupi fossi essa si alzerà

Verso chi nel cammin di fede dal peccato sembra distante,

Difficile preda più ambita sarà:

L’acqua santa in diabolico veleno mutamento devastante!

PERLE DI CANDORE

Fiammante il fulgido Sole

Con sfolgoranti gigli di fulgore

Nell’immane mare sino alla sponda sparge

Sentiero di luce che arde

Fra un miliardo di sguardi frementi

Corrucciati, bruciati, accecati

All’orizzonte rivolti

Bimbo nella spuma s’immerge

S’abbaglia di sorriso che splende

Carpendo coppa traboccante perle di candore

Con due mani Sole.

PROFONDITA’

Sorrisi Di Perla

Lacrime D’onice

Grida Di Smeraldo

Passioni Di Rubino

Cosa n’ode il mare?

Uguali, soavi e mille

Su profondità diafane

Del suo volto benigno

Solo

Mormorii d’Onda

Ombre di Spuma

Gigli di Fulgore

Ode il mare.

IL CARILLON DEL DOLORE

Culla Sporca Di Sperma

Strilla In Silenzio

Ma Ancora Sussurra

Melodie Di Velluto

Il Carillon.

MACHERA DI CRISTALLO

Chiudete il sipario

lo spettacolo volge alla fine

ormai stanco l’artista

sfinito si ritira

nel suo camerino.

Nel pubblico cercava

una luce

lo sguardo della sua ballerina

ma vana è la ricerca

lei danza

persa nel nulla.

Lo spettacolo impassibile

ricomincia:

“Ridi, ridi…

vivi, interpreta… sogna!”

Ci sarà

ancora una commedia

e come sempre tu sarai

l’incompreso protagonista,

al di là di te stesso

dietro maschera di cristallo

oltre ipocrite finzioni,

una smorfia di gelo.

Dolce e incantevole

l’illusione

malata

e tu sei inconsapevole maestro

regista

e attore.

LASSU’…OLTRE LE NUVOLE

Venne il vento

e portò via

i suoi ricordi,

in un alito

li rapì trascinandoli

senza darle spiegazione alcuna.

Leggeri

fluttuavano

nel cielo,

liberi

finalmente

di volare,

da soli

non più reali

senza vincoli.

Un sorriso rubato

un amore mai scordato

una passione

il dolce tocco di un bambino!

Volarono insieme

lassù

oltre le nuvole

oltre il blu.

Raggiunsero

mete da tanto sognate

per vivere ancora una volta nel cuore

di chi li aveva perduti.

ANIME MUTE

Solo ti perdo

In pensieri offuscati

Da nebbie indistinte

Attimi scappati

Da un destino non svelato

La tristezza t’invade

Come un’onda alta e potente

Che non lascia scampo

Tu piccola donna

Puntino nell’universo

Di anime indistinte

Di volti non definiti

Granello di sabbia

Sulla riva

Di un mare

Di corpi informi

Di anime lacerate

In un attimo

Da anni e anni

Di odio

Di vendetta

Di tragedie

Accumulati

Gli uni sugli altri

Anime mute

Stanno lì

In silenzio

Ad ascoltare

La speranza

Di un domani

Di un giorno nuovo

Di una nuova luce

Che rischiari il cammino

Una luce accecante

Bagliore d’amore

E fratellanza

Luce di tolleranza

Luce di pace

Che rischiari la speranza

Di una vita migliore

Di raggiungere la riva

Della salvezza.

GRIGIO ACQUARELLO

Pioggia sul selciato

colori indistinti

anime bagnate.

Delicatissimo

fruscio.

Sembra del pittore

il pennello che:

leggero dipinge

grigio acquarello.

Frusciare lento:

come seta

antica.

Leggero andare.

Semplicemente:

Piove.

MAGIE D’AUTUNNO

Quando le foglie

si preparano a morire

regalando:

non un’agonia

ma un tripudio di colori

il cuore immalinconisce.

Si sente andar via

rubare dall’età

offuscare dai ricordi.

Come le foglie

mescola colori.

L’oro: è l’amore.

L’argento: la sua età.

Il rosso: la sua vita.

Il verde: il suo prato di speranze

Questa è la magia.

Un bosco d’autunno

colorato.

Non è agonia.

di un cuore

ancora innamorato

di questa vita stanca.

LA TELA DELLE TRE SORELLE

Tre sorelle

tessono una tela.

Buio:sorregge il filo

Notte:tesse lesta

Orrore:cuce.

Grido, per tornare

quello che ero.

Nessuno ode.

Il silenzio tace.

Mi avvolge scuro

quasi maligno.

La tela è pronta:

sudario destinato

a una parola.

Deve morire:

il suo sepolcro

è pronto.

Solo la mia dolcissima Asia

può riaprire

il vaso.

Far uscir speranza.

Corri Asia corri

del tempo mi puoi

ancora regalare.

Il Vento

non lo voglio

ancora seppellire!

LA SCALA DEL TEMPO

Vecchie scale

consumate da secoli

di passi mi portano

alla finestra dove

stavo affacciato

da bambino.

Son passati anni

anni ed ancora anni!

e ti ritrovo qui

fedele,

polverosa

ma sempre amica.

Come sdraiato

su di un’antica e spettrale

sedia a dondolo.

man mano

crescevo

osservando il mondo

con occhi sempre nuovi.

Com’era bello

il paesaggio:

dolce brughiera

un pò nebbiosa.

ed io li, incantato

a guardare.

Anche ora mi affaccio.

Ritrovo quella voglia

d’un tempo.

che sembra

improvvisamente esumarsi.

Il vecchio ulivo,

sempre più grande,

ora mi sta salutando.

Lui mi riconosce ancora.

Eppure quanto

son cambiato da allora.

Scende piano

l’autunno

sui miei anni!

Come scende dolce

serena in fondo alla mia anima

la sera!

Ora devo, devo, devo

andare,

là dove tutto mi è straniero

il futuro nebuloso e incerto

la vecchiaia opprimente ed imminente.

Ma un giorno

un giorno forse tornerò

e quando ciò accadrà

chissà

se mi riconoscerai

ancora!

Chissà

se nel bianco dei miei capelli

e nella stanchezza delle mie rughe,

saprai captare nuovamente

gli occhi di me bambino.

SUSSURRI E POESIA

Liquide note

virtuose:

nell’aria spandono

voce melodiosa

di questo pianoforte.

Si confondono

col silenzio

danzando tra

i cristalli

del lampadario.

Sospese nei pensieri

si rincorrono

tra felicità e tristezza.

Pianissimo…………..

Ecco l’andante .

Sussurri e poesia.

Sull’ultima nota

s’incanta il silenzio.

VAI

Solchi l’acqua

Maestosa.

Tuo il mare

che succube

ti abbraccia

frusciante sussurra.

Ora vai,

non indugiare oltre

forte e sicura.

verso orizzonti

con nuovi arcobaleni.

La tua forza

dammi

prendimi come polena:

con te conoscerò

il sapore amaro del mare.

Oltre l’orizzonte

sparirò con te

coperto di sale.

TEMPESTA SPETTRALE

Passione

risplende

nel miraglio della lussuria

come fuoco

che arde

vane emozioni.

Frammenti rosso rubino

riflettono

il femmineo profilo

di suadente fascino

alchimia di incanto e fertilità.

Ricordo effimero

di perduto amore

volteggia

come foglia

al gelido vento

per poi svanire

in un anelito

di vivo sentimento.

offuscati i nostri lumi

dentro di noi saette

come serpi di una tempesta imminente

ritardata dal vento

strisciante dei nostri

mille brevi baci

e taci, taci…

pulsa parole e brama la mente

di voglia ossessiva

stropiccia d’arancia la pelle

e piega le gambe debolmente

ad ogni graffio

ad ogni morso

ad ogni soffio…

una cerniera lampo

scivola lenta in verticale

giù fino all’osso sacro

sinuosa sbaraglia il campo

come un freddo bisturi

la tua colonna vertebrale…

fa’ piano ché dentro di noi

la tempesta in corso

la diplomazia dei gesti

è all’erta per dilungare

questa lotta eterea

in questa notte eterna…

lesto sulle tue labbra

soave sul tuo neo

ti guardo cedere dolcemente

t’accarezzo da brividi il collo

e m’arrampico tra le tue valli…

ti adoro inginocchiato e fedele

bacio il tuo letto a mani tese

guanto d’ansia e di finta quiete

assorbito dal tuo incenso

frustato dalle tue catene

e ingoiato dalla forca…

frutto di mare

libertà e male

ti mangio crudo

sei il bisogno

sei vizio

sei sazietà animale

in questo lampo notturno

sei tempesta spettrale.

COMPLICE ARMONIA

Visi sconosciuti

dipinti sull’identica tela

nell’attesa di un sogno,

arrivano a percepire la vibrazione

di somiglianze ancestrali,

scoprendo gli occhi

a disegnare fuggevoli

momenti di serenità dell’anima.

Divisi da terre lontane

affiora il desiderio

di sentire le voci,

di sfiorare attimi di complice armonia

per nutrire lo stupore

che avvicina le emozioni più profonde.

Così, gemelli nel respiro,

camminando mano nella mano,

compagni d’avventura

del destino incantato,

una cascata di luce

inonderà l’intima passione

di una carezza al chiaro di luna.

Sarà la gioia di un incontro.

Per un lunghissimo istante…

che apparirà vicino all’infinito

in cui equilibrio e grazia,

liberando i sensi più puri,

concederanno il privilegio

di abitare lo stesso mondo.

IL CANTO DEL CIGNO

Vivide gocce rincorrono

immagini sbiadite nell’ombra;

drappi neri s’inseguono

nel cielo di lucida pioggia.

S’incammina la sera

e i tratti del mondo

scolora.

Bruciano nuvole torbide

– stordite, infiammate –

al canto del cigno

solista del sole.

Con lingua di fuoco

le afferra, dilaga,

si scioglie, le invade.

È un incendio sommerso

d’oro e piombo colati

– fusi l’uno nell’altro –

abbracciati.

Il cielo s’inebria,

svanisce la terra…

ESTASI ANTICHE

Quando il tempo era vivo

e potevi toccarlo

con dita profumate di bimba

non respirando ancora

quel suo aroma amaro,

quando poi ti baciò

fra i capelli e sulla pelle

facendoti donna,

facendoti dea

di giovinezza immortale,

lì ero io

come un veliero

sospeso sopra il mare,

uno squarcio ferito di vento

che scioglieva il dolore

a ricordarti chi ero

al di fuori di te,

immerso di carne e di sangue

a coprire il silenzio del tuo segreto..

E di ogni cosa sentisti finalmente il sapore.

Mi sfiorasti, vaga e indistinta

– visione intatta dell’anima –

pietra, raggio di luce e follia:

linfa dolce dalle vene,

dubbio aperto fra le cosce,

la percezione incerta di esistere

in bilico sul filo, per amare.

in estasi fuggevoli di nulla

a dissetarci coi nostri corpi mortali

e le nostre anime divine

ancora e poi ancora…

ABISSI SENZA SCAMPO

Arrenditi fra le mie braccia fragili

scivola piano ai bordi del mio cuore;

io ti ho dispersa ormai tra mille angoli

e nevica un silenzio che assassina…

Assolvimi per questo cielo inutile

– pieno di voli e abissi senza scampo-

ricorda che bellezza non perdona:

svicola serpe in fondo ai desideri.

E quel che è stato è cibo per i cani

– ruvido istinto che incatena ai limiti –

volgi lo sguardo, la tua strada è libera:

assolo e dissonanza ancora tiepidi…

Tutto mi tace intorno come l’ombra

del mondo che si allunga sulla via.

Gli occhi di un cieco tu li hai mai guardati?

Sono rivolti al sogno che non muta.

Conta solo il respiro, mentre il tempo

ignaro arresta il passo sulla soglia;

nevica adesso e ormai si è fatto tardi…

La parola, soltanto, gronda sangue.

IO RESPIRO

Era l’istante immobile, stremato

sugli occhi nudi e visionari

dell’aurora.

Raccolsi l’erba e chiusi il pugno

a trattenerlo,

ma fu l’errore a tradirmi

e sciolse il pianto.

Credo all’idea,

al sogno fatto carne

che mi fu spina

a crescermi nel cuore.

Fiore non schiude

se neghi pioggia al cielo

e nell’istante fermo, adesso,

io respiro.

SCHIAVA DELLA CARNE

Donna

che sei padrona di niente,

schiava della carne

spezza per me queste catene

rimescola il mio sangue

alla sabbia del deserto

trasfondi il tuo – piacere!-

in un’oasi di sole,

e rompi il silenzio

complice d’inganno,

restituisci dignità al cielo

ed al mio corpo:

rifammi bambino nel cuore e nell’anima

– come sai fare –

tu che dal tuo utero dài vita.

E fammi fiore

che dai miei petali strappati

non sgorghi più il dolore,

ma finalmente la speranza

di un giorno nuovo,

in cui la libertà di essere

non sia solo orizzonte

ma germoglio di vita vera.

INSEGUENDO LE NUVOLE

Le nuvole passano

dentro ai tuoi occhi,

sono uccelli che tornano

da molto lontano…

o forse stanno ancora partendo

per l’amore che non dice

e sussurrano parole,

nel silenzio.

Le nuvole oggi

mi attraversano il cuore,

sono gocce di pioggia

e di sole cadute

tra le dita bagnate

in fondo al secchio del tempo,

mentre il fiume scorreva

annegandomi i sogni…

Le mie nuvole

le ho succhiate da piccolo

nelle notti in cui avevo paura,

quando il buio

mi entrava dagli occhi

sotto fredde lenzuola di rabbia;

gli aquiloni strappavano il filo come palloncini colorati

e restavo a guardarli volare.

Ora che sono libero

dentro la mia illusione

voglio perdermi ancora, un sacco a pelo e via…

inseguendo le nuvole.

Mi raccolgo le lacrime

e ne intreccio collane:

incantesimi fragili,

perché il cielo è mutevole.

STANOTTE

Stanotte

ho fermato su di me

le tue labbra,

spezzando il lamento

del tempo

in cui fui senza esser chi sono.

Sull’erba

è lievitato di sole

il mio corpo,

l’ampolla si è versata

nel mare

del tuo vivermi dentro, da sempre.

E l’onda

si è infranta sull’orlo

del sogno

-donna, sangue, mio amore-

sgranando

l’eterno proprio fra le mie dita.

Tu stai a me

come l’acqua ad un fiore

come il buio alle stelle,

il canto antico degli avi

che mi nutre le vene.

Mi somigli, mi insegni

il flusso delle maree

-ritmo arcaico del cuore-

l’inverno che non si umilia

e incarna già primavere.

Stanotte

ti ho sentita tremare

nel sonno,

il dolore ha sfoltito le ciglia,

ma il tuo fiato

era culla e rifugio.

Il delirio

dei giorni sprecati

a contare

in silenzio la pioggia

si è dissolto

nel tuo abbraccio caldo

ai confini

di un mondo inviolato.

Ora dormi

mia Atlantide emersa

dal profondo

mistero notturno,

mio miraggio

più vero del vero…

e chiamandoti

imparo il mio nome.

E POESIA FU

Dall’amante tormento

fra le tenebre e aurora

originarono i venti

che impetuosi versarono,

zampillarono stelle

a illuminare la notte.

Il sangue sgorgò

dalle ferite del cielo.

E poesia fu

agli occhi dell’uomo.

SIMBIOSI D’ANIME

Fuso al ventre della Madre

-inscindibile crepa

d’immaturo amore-

sempre andrai cercando

un varco al centro

dell’universo ingrato.

Nuvole dense e pioggia

nei tuoi occhi

incontrati per strada

mentre già tradivo,

Armato di cristallo

crepitando lucciole distanti.

Non erano braccia

nè certezze

Non erano lievi i sogni

nè carezze

Avevo reciso il filo

di tristezza…

Anch’io

prigioniero di un’immagine stranita

Anch’io

perso per sempre nel deserto:

Ferite

aperte tra lacrime nude…

Eppure siamo stretti

uno nell’altra,

pericolanti tracce

del futuro,

sopravissuti allo strappo

più crudele.

Tremante sui sentieri

del tramonto,

attraversando in bilico

i crepacci,

trasparente è ancora

il nostro sguardo.

Sospesi sull’abisso,

franando a perdifiato nell’immenso…

Simbiotica

-d’intreccio indissolubile-

è la nostra

Unica Anima.

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CLAUDIO CISCO SUL WEB

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CLAUDIO CISCO

 

P R E S E N T A Z I O N E

CLAUDIO CISCO nasce il 18-10-1964 a Messina Solitario e meditativo per natura, rivela sin da piccolo, in trasparenza, una sensibilità profondissima ed una straordinaria vocazione per lo scrivere. Scrittore inquieto dall’animo agitato e tormentato, amante della solitudine, esordisce nel 2004 col suo primo libro COME SONO DENTRO, dove la sua natura romantica e dolce si fonde meravigliosamente con la sua indole malinconica e funerea facendo germogliare liriche di ineguagliabile purezza. Ma la sua ispirazione sempre fervida non ha limiti ne’ confini. Decide così di ampliare il suo percorso letterario spaziando nel campo della narrativa. Nasce l’anno dopo il libro COLEI CHE BREVEMENTE FU E CHE MAI IN VITA CONOBBI, nel quale il senso del mistero e la paura della morte si innalzano a vita sospinti dalla forza del sogno e dall’incanto dell’immaginazione, attraverso pagine delicatissime e di commovente bellezza nelle quali impeto del racconto e capacità fabulosa si armonizzano con arte. Libro successivamente modificato leggermente nel testo con due diverse copertine rispetto all’originale. Nello stesso anno sente l’esigenza di fare presa sui lettori e rischia coraggiosamente dando alle stampe il libro IL VECCHIO E LA RAGAZZA, un libro-scandalo che si schiera contro tutte le convenzioni sociali e ogni forma di moralità a difesa d’una libertà d’espressione illimitata e senza freni. Il libro fa molto parlare di se’ ma incuriosisce, viene successivamente riscritto dall’autore col titolo LA FINE DELLA CICOGNA in una nuova stesura nella quale vengono aggiunti nuovi concetti. Nel 2006 torna al suo vecchio amore: la poesia, e crea il libro LA MIA ANIMA E’ NUDA, dimostrando ancora una volta la sua impossibilità di essere e di realizzarsi in un mondo che nega tanto più crudelmente la felicità, quanto maggiore è la nostra virtù. Spinto dalla sua indomabile e istintiva creatività sempre ricca di idee ed emozioni, prosegue nel 2007 verso la strada della lirica e partorisce il suo quinto libro IL SILENZIO NEL SILENZIO. Una vera rivoluzione è in atto nel poeta. L’accessibilità immediata dei suoi versi, viene sostituita da un’accurata e sofisticata ricerca del vocabolo. La sua solitudine estremamente privata senza sbocchi, si apre di colpo al mondo che lo circonda attraverso tematiche di più ampio respiro. Segno evidente d’un artista, e d’un uomo prima, che sa continuamente rinnovarsi come un istrione della scrittura, capace di sorprendere ogni volta. Sempre nel 2007 raccoglie 40 sue poesie tratte dai libri di liriche scritti in precedenza e dà alla luce il libro SENSAZIONI. Focalizzando sempre più la sua genialità creativa e rinnovandosi continuamente da schemi originalissimi da lui stesso creati, scrive ANIMA SEPOLTA, un’espressione poetica d’avanguardia, alternativa, dove fobie ossessive e fantasmi interiori, esternandosi, si tramutano con sepolcralità in energie negative lugubri e macabre, segni indelebili d’una morte interiore eternamente rassegnata nel misterioso mondo della follia e dell’inconscio. Si cimenta poi in un monologo in prosa surrealista di carattere cerebrale e filosofica APOCALISSE MENTALE. Nel 2008 compone altri 2 libri in versi EROS E MORTE (poesie erotiche e dark) e LA LUNA DI PETER PAN, nel quale il romanticismo predomina velato da una indefinibile tristezza. Nel medesimo anno raccoglie tutte le sue liriche assieme a passi significativi delle sue prose e scrive il libro TUTTO SU DI ME. Esterna poi tutto il suo amore per il mare dedicando interamente ad esso il libro di poesie L’ANIMA DEL MARE, seguito in breve tempo da un altro intitolato LUCE dentro il quale emergono poesie di forte impatto emotivo ed intensa meditazione. Sempre nello stesso anno scrive IL MIO MONDO IN VERSI raccolta di sue poesie edite con immagini personali, ATTRAVERSANDO IL SOLE liriche a tema e VIAGGIO NELL’ANIMO DI UNO SCRITTORE nel quale inserisce tutte le sue opere letterarie in poesia, prosa e narrativa ed ENIGMI INTERIORI liriche emotivamente coinvolgenti di difficile impatto e non di immediata assimilazione. Si rivolge quindi di nuovo alla narrativa e scrive il libro intitolato LAILA un breve racconto tenero e struggente in cui scruta, indaga, penetra l’animo umano cogliendone sentimenti e debolezze, svelandoli con finissima introspezione, compone poi PREGHERO’ parole di fede e speranza dedicate alla sua comunità evangelica. Nel 2009 esce la definitiva versione del libro IL VECCHIO E LA RAGAZZA (Giraldi editore), nuova la copertina, rivisitato il testo. E’ il grande e meritato successo.

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B I B L I O G R A F I A

-COME SONO DENTRO

-ANIMA SEPOLTA

-APOCALISSE MENTALE

-COLEI CHE BREVEMENTE FU E CHE MAI IN VITA CONOBBI

-IL VECCHIO E LA RAGAZZA

-LA MIA ANIMA E’ NUDA

-IL SILENZIO NEL SILENZIO

-SENSAZIONI

-LA FINE DELLA CICOGNA

-EROS E MORTE

-LA LUNA DI PETER PAN

-TUTTO SU DI ME

-L’ANIMA DEL MARE

-LUCE

-IL MIO MONDO IN VERSI

-ATTRAVERSANDO IL SOLE

-VIAGGIO NELL’ANIMO DI UNO SCRITTORE

-ENIGMI INTERIORI

-LAILA

-PREGHERO’

 

 

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R E C E N S I O N I

È sempre difficile parlare di qualcuno con cui si hanno rapporti di profonda amicizia, mantenendo il giusto equilibrio.

Claudio Cisco nasce a Messina il 18/10/1964. Ho il piacere di conoscerlo da più di trent’anni, da quando cioè ero suo compagno di classe nelle scuole elementari. Non posso non ricordare con emozione quei periodi mai più ripetibili e in particolare il suo grande e quasi inspiegabile talento nello scrivere, rivelatosi sin dalla tenera età.

Ho ancora davanti agli occhi, come se il tempo non fosse mai trascorso, quel suo viso espressivo e misterioso insieme, meditativo e lontano che nascondeva chissà quali segreti, chissà quali pensieri, pensieri sicuramente molto più grandi di lui, fuori dal comune che nessuno all’infuori di lui poteva comprendere, così diversi e complicati rispetto ai miei e a quelli di tutti gli altri nostri compagnetti. Rivedo ancora nella memoria quei suoi occhi chiari e tristi di bambino, concentrati fissi sul quaderno e la sua mano che, come un automa, muoveva quella penna riempiendo infinite pagine, seguendo la traccia d’un tema, come se non riuscisse a fermarsi. Tutti noi suoi compagni, restavamo ammutoliti a guardarlo senza nulla saper scrivere, chiedendoci da dove riuscisse a tirare fuori tanta ispirazione pur riconoscendogli e ammirandone il suo grande dono di natura.

Continuo a seguire le immagini che il ricordo mi restituisce e rivedo con nostalgia i tempi dell’adolescenza quando ci frequentavamo, così diversi l’uno dall’altro. Lui solitario e introverso, un po’ timido che rideva a malapena d’un sorriso ineffabile e quasi celeste, io, al contrario, chiassoso ed esuberante ma ci rispettavamo sul serio, pur nella diversità dei caratteri, ci dividevamo ogni cosa, il panino in classe lo spezzavamo sempre in due, ci volevamo un bene dell’anima. Anzi, ad esser sincero, io sentivo verso di lui, quasi un complesso di inferiorità consapevole delle sue capacità artistiche ma mi sono guardato bene dal farglielo presente per non metterlo in una situazione d’imbarazzo.

Oggi che siamo diventati adulti, osservandolo, non riesco a staccare la sua immagine di adesso, da quella di quand’era bambino, sembra essere rimasto lo stesso, quasi si rifiutasse di crescere, a dimostrare che la giovinezza, quando la si possiede nell’anima, è eterna.

L’altro giorno, mi propone un suo libro “Come sono dentro”. Rimango, pur conoscendo la sua genialità creativa, stupito ugualmente e totalmente coinvolto dall’energia che emana. Il suo modo di scrivere è fuori da schemi. Le sue liriche danno risalto all’anima, a volte possente e virile, altre dolcissima e perdutamente sola ma sempre viva con un disperato bisogno di comunicare.

La lettura del libro poi mi rapisce totalmente. Colgo senza limiti il significato e la bellezza poetica.

Sono consapevole di essere di fronte ad una espressione artistica che va oltre le punte più avanzate degli scrittori di quest’epoca.

Non so se il lettore sia in grado di recepire tanta sensibilità e forza creativa, credo piuttosto che possa rimanerne sbalordito.

Questo libro raccoglie il meglio delle opere dell’autore dalla fanciullezza ad oggi, come sintesi della sua evoluzione poetica ed umana in genere. Per questo, con vivo interesse, vi invito a prenderlo in considerazione.

Vincenzo Fratantonio

Claudio Cisco nasce a Messina nel 1964. Rivela sin da piccolo una fervida vita interiore che si sviluppò non solo nel fervore dell’immaginazione e nell’intensità del sentimento, ma anche in uno slancio artistico pertinace e costante. Ricco di intuizioni e creatività, soverchiato dall’impeto della sua fantasia e da una straordinaria capacità nel creare immagini, precocissimo nella sua inclinazione all’arte in genere, riesce ad estrinsecare il suo innato talento nello scrivere, esprimendo così il segreto palpito e il ritmo stesso della sua anima. Dotato di sensibilità profondissima e acuta, fuori dalla norma, di una freschezza vibrante di sentimento e di una vivida intelligenza intuitiva trasferisce, con grazia singolare, le sue interiori vibrazioni artistiche, nei ritmi della sua scrittura. Ottiene effetti potentissimi di rara e grandissima bellezza con la sola collocazione delle parole perfettamente associate alle immagini, padrone di uno stile raffinato e originalissimo, riuscendo così ad armonizzare tutte le proprie qualità artistiche. Focalizzando sempre più la sua genialità creativa e rinnovandosi continuamente su schemi da lui stesso creati, inventa uno stile tutto suo, ben definito, non paragonabile a nessun altro, frantumando così gli schemi cosiddetti logici della scrittura tradizionale. Fa nascere un’armonia di lettura quasi ritmica per via di creazioni fantasiose assolutamente nuove nella storia degli scrittori contemporanei, rappresentando le cose non solo per il gusto della semplice descrizione ma anche e soprattutto per l’anima e il sentimento che le pervade facendole apparire così vicine e familiari e insieme remote e sfumate. Ne vien fuori una musica di parole e immagini, sciolte da ogni saggezza logica che diventano forma dell’essere, incarnazione della profonda realtà dell’anima, dell’assoluto.

Con immediata freschezza, l’autore sa cogliere l’essenza intima e nascosta delle cose della natura e delle sue creature. Vede luci improvvise e parziali, immagini fantastiche e surreali. Tende a rendere nella sua scrittura l’incanto delle sue visioni e del suo quasi infantile stupore.

Mette in evidenza gli aspetti misteriosi dell’universo, attraverso moti che salgono dall’anima, simboli e immagini fugacissime, allucinanti e folgoranti con le quali osserva e trasfigura le forme più recondite della realtà, muovendosi con esse entro l’alone del mistero. È un’insurrezione straordinariamente creativa e istintiva, animata dalla volontà di essere, di esistere, di crearsi un suo spazio. È un mosaico, il suo, carico di immagini suggestive e fantastiche, intrise di sensibilità, testimonianza dell’eterno e quasi inspiegabile contrasto tra le forze misteriose che ci governano e le luci chiare della speranza e dell’amore che si alternano tra loro, creando l’immortale contrasto tra il bene e il male, tra il positivo e il negativo. L’autore rivela con impressionante intuito artistico questo contrasto, rappresentandolo nei suoi versi con alternanza di situazioni fantastiche e quasi inverosimili a immagini cupe e invisibili.

Nella rovina di ogni altro valore conoscitivo, nel moderno senso del reale inteso come fugacità, mutevolezza, inconsistenza, nell’opprimente senso del mistero e dell’inconscio, la sua originalissima scrittura appare come sola via di salvezza, come solo valore in un mondo senza valori, come il solo modo di intendere e svelare la realtà. I suoi versi, abbattendosi tra creature immaginarie e inconscio, hanno una funzione di illuminazione e immediata rivelazione. Non sono né conoscenza e né intuizione, ma immedesimazione istantanea col tutto, fuori da ogni chiarificazione definitiva. È il suo, un atto di vita (forse l’unico possibile), di immediata partecipazione al ritmo frenetico della realtà. I suoi versi hanno altresì il potere di catturare del tutto chiunque li legga, dando luce ai fondi oscuri del suo essere attraverso una descrizione analitica di fatti e situazioni psicologiche che investono rapporti e nessi del tutto inusitati. Il suo modo di scrivere, in conclusione, è baleno di luce e di fantasia, trionfo di immagini nell’oscurità di un mondo spento dalla praticità e dal mostruoso materialismo di tutti i giorni. La vita vuol essere, per potersi realizzare, arte e in Claudio Cisco tutto questo si realizza. Arte e vita si confondono, la fantasia eclissa la realtà grazie alla sua creatività e partecipazione emotiva. Questo libro diventa quindi purissimo atto vitale, allargando i suoi limiti sino ai confini della vita.

Giovanni Pierantoni

È la seconda volta che mi è stato gentilmente chiesto dall’autore stesso, di offrire una piccola parte di mio contributo ad una sua opera. Lo faccio sempre con gioia e con immenso piacere essendo un convinto suo estimatore, profondamente certo delle sue qualità artistiche e prima ancora umane.

Anche in questa raccolta di liriche, le vicende psicologiche dell’autore divengono esse stesse motivo di poesia, del resto non c’è opera che insieme con il poeta non rispecchi anche l’uomo con i suoi timori, i suoi dolori, le sue speranze.

Cisco rivela chiaramente le ragioni psicologiche del suo isolamento dalla vita pratica e il suo amore per la solitudine. Esprime con vigore e precisione i suoi stati d’animo ed effonde con un rapimento quasi mistico il suo travaglio psichico assieme alla pienezza dei suoi sentimenti in perenne contrasto tra loro; con una fiamma viva e sempre ardente di curiosità tende a carpire il mistero che avvolge l’universo. Ne vengono fuori pagine intrise di tristezza ma anche di profonda meditazione.

Cisco esprime ancora una volta il suo animo agitato e tormentato, fedele specchio d’un uomo prima e d’un artista dopo, perennemente inquieto. Continua nei labirinti della sua mente l’incessante lotta tra umano e divino, tra sacro e profano, tra ciò che gli altri considerano male e il bene, sempre alla ricerca di un porto sicuro, di una certezza, di una pace.

Il dominio, Cisco, lo ottiene solo nella sua poesia, in cui ogni parola, ogni immagine si piega docile ad esprimere i moti più segreti del suo animo, elargendo nei suoi versi bellezza e armonia. Diffonde nella natura, come anche nelle sue liriche, le sue inquietudini, i suoi sogni, le sue delusioni e l’orizzonte naturale diviene il riflesso di quello interiore.

Il tema forse più profondo trattato in quest’opera, è rappresentato dal doloroso distacco tra la giovinezza e l’età matura. Nell’anima tutta raccolta in se stessa, si fa viva e struggente la memoria dell’infanzia con le sue dolci fantasie sbiadite e perdute.

Ma pur nell’accento doloroso della perdita, essa rimane sempre nel ricordo, un mito sereno chiuso in una luce limpida.

È ancora la fragilità del tempo che scorre e dell’uomo che perisce, rivelata dall’autore nelle sue liriche, con grande maestria artistica e insieme struggente nostalgia.

E poi ancora la contemplazione della natura bella ma ingannevole, intesa come tremenda e vana fatica, incomprensibile agli esseri umani, che tende a sfociare nella morte. In questa intensità di vita così esclusivamente soggettiva, la natura, gli uomini e le cose tutte del mondo esterno, sono assunte entro lo stato d’animo dell’autore e rappresentano il battito che il suo cuore di volta in volta conferisce loro.

Le cose si umanizzano e cantano, piangono, sospirano in un’intima corrispondenza tra il poeta e la natura.

Tutto sembra malinconia di cose perdute e di vane promesse, quasi un sogno inappagato, una preghiera appena sussurrata senza speranza e gli esseri viventi sono creature che corrono verso la morte.

In conclusione, grazie alla lettura del suo quarto libro, ho potuto capire come Cisco sia impossibilitato di essere e di realizzarsi in un mondo che nega tanto più crudelmente la felicità, quanto maggiore è la nostra virtù.

GIOVANNI PIERANTONI

 

Cisco non smette mai di sorprendermi, come Autore ma soprattutto come uomo.

Ho letto attentamente tutte le sue opere e sono stato uno tra i suoi più “incalliti” critici. Ma l’ho fatto sempre in buona fede e con profondo rispetto verso la sua persona, seguendo una linea coerente di attento valutatore letterario, dettata da principi ai quali presto solenne fedeltà. Come ricompensa a tutto questo, Cisco mi propone addirittura di introdurgli il suo libro, garantendomi massima libertà d’espressione. Confesso che non me l’aspettavo ma ciò non toglie che ho accettato con piacere, spinto da una volontà di esser ancora più sincero e imparziale di prima. L’Autore l’ho sempre apprezzato nelle sue capacità narratorie, sicuramente più che in quelle poetiche. Le sue liriche infatti, le ho sempre considerate poeticamente efficaci nel contenuto, ma con un linguaggio formale non sufficiente per attribuirgli lo “status” di poeta. Dopo la lettura dell’opera in questione, devo parzialmente ricredermi perché alcune liriche in essa contenute, ricalcano ancora lo stile di quelle precedenti. Nella maggioranza delle composizioni poetiche però, l’Autore dà l’impressione di crearne uno nuovo dimostrando coraggio e voglia di rinnovarsi, ottenendo discreti risultati. Il linguaggio nella sua ricerca del “vocabolo” appare più sofisticato, più raffinato, più studiato, anche nelle forme poetiche più lunghe, quasi prosaiche, si evidenzia questa ricchezza di sonorità e significato delle parole, assolutamente nuova nella poetica di Cisco.

Quello che più ammiro nel suddetto artista, è la sua capacità torrenziale di scrittura che sgorga spontanea ed istintiva dalla fervida sorgente della sua creatività e che lo spinge, sia pure in maniera istintiva e non sempre perfetta, a creare opere anche di lunghe dimensioni, in un lasso di tempo minimo. Testimonianza di un innato talento che andrebbe, secondo me, seguito, migliorato e indirizzato verso la strada giusta. In quest’opera poetica, finalmente, non più esasperate, affrante e maniacali esaltazioni della propria privata solitudine né continue ed infantili fughe adolescenziali, ma un’intelligente ed efficace apertura verso tematiche svariate di più ampio respiro: quella onirico-fabulosa (già presente in opere precedenti), quella orientata verso la riscoperta di culture e civiltà lontane e diverse dalla nostra (quella celtica, ad esempio, quella greca). E poi ancora la rivendicazione di libertà sessuali ritenute ancora tabù, le valide ed approfondite descrizioni paesaggistiche, introspettive, psicologiche.

In conclusione di questo mio intervento, auguro di cuore all’Autore e alla sua “nuova” opera, di ottenere un ottimo riscontro da parte dei lettori gettando così le basi per un cammino sempre più ricco di soddisfazioni e consensi e definisco Cisco un “istrione” della scrittura, uno che mischia religiosità e trasgressione, a volte divinamente, altre con limiti e margini di miglioramento ma riuscendo sempre a sorprendere.

Walter Di Pietro

Leggendo gli scritti che Cisco propone in enorme quantità, attentamente col cuore predisposto e aperto alla poesia, mi convinco sempre più di quanta ricchezza vi sia in questo autore così particolare, in quest’anima solitaria, forse incompresa, meravigliosamente creativa. Cisco non balza agli occhi di chi lo legge solo come poeta, come uno dei tanti “scribacchini” persi nell’immenso viale della letteratura. No! Egli è di più di questo, molto di più, non può e non merita di essere confuso nella massa. E’ il dramma interiore d’un uomo originalissimo e perennemente inquieto che risalta prepotentemente all’attenzione. Nella vita come nell’arte Cisco è uguale, non distingue i due aspetti, è coerente, vero, incredibilmente sincero, è lui, sempre e solo lui, senza maschere o finzioni di nessun tipo, degno anche per questo, ma non solo, d’essere apprezzato e seguito. Cisco è nella vita reale lo stesso che si mostra nei suoi scritti, e cioè quell’eterno bambino che mai crescerà e si realizzerà nella vita pratica, un’eterna impossibilità di essere che si manifesta chiaramente in ogni sua poesia, in qualunque sua narrazione, nei suoi scritti in genere. Non ho mai conosciuto in vita mia un modo di essere così particolare come quello suo, drammaticamente chiuso ad ogni contatto con la società e col mondo reale ma paradossalmente ricco di idee, pensieri, emozioni, cose da dire e comunicare, un vero vulcano di creatività, un flusso inarrestabile di sensazioni, di elettrizzante energia capace di travolgere chiunque lo legga. E’ un esempio di vita interiore, di profonda meditazione cercata, voluta, desiderata, oserei dire quasi bramata, un contatto diretto col proprio io che sente la necessità e il bisogno di esiliarsi per ritrovarsi ancora una volta, esprimendosi e rinnovandosi continuamente. Cisco è talento naturale ed istintivo prima di tutto, è anima vivente che trova nella sua arte l’immortalità, trae dalla fervida fonte dell’ispirazione, la sua linfa vitale, quell’energia in grado di lasciar spaziare uno spirito così libero ed etereo, fuori dalla misera prigione del suo corpo mortale e la sua poesia piomba nel trascendente sospinta dalla forza del pensiero e della mente, dalla vittoria dell’immaginazione sulla banalità della vita pratica. Davanti a quest’ottica di valutazione del tutto singolare, qualunque suo scritto, anche una virgola o una semplice parola, diviene ricco di “LUCE” e palpitante di idee, di emozioni, di poesia nel vero senso della parola. E’ impossibile insomma inquadrare Cisco in un contesto letterario ben specifico: E’ la sua anima che si frappone prepotentemente davanti ad ogni valutazione, scardinando ogni identità letteraria. La sua inconfondibile e grandiosamente patetica figura d’uomo è al centro di ogni possibile giudizio; per questo motivo mi sottraggo volontariamente dalle tematiche riguardanti l’opera in questione perchè essa, sia pure fondamentale e valida, passa quasi in secondo piano eclissata dalla potenza espressiva in genere del proprio autore. In conclusione, auguro con tutto il cuore al mio amico, prima di ogni cosa, e poeta Cisco di continuare il gratificante cammino letterario in perfetta simbiosi con questo suo “strano” vivere, per formare una comunione di emozioni uniche, vive e sempre nuove che dura da sempre rinnovandosi continuamente, arricchendo il lettore ma soprattutto egli stesso.

FRANCESCO RINALDI

Conosco da poco tempo il modo di scrivere di Claudio Cisco. Lo apprezzo sia come scrittore, sia come poeta. Trovo in quello che scrive sincerità e sensibilità.

È uno scrittore libero che ha il coraggio di scrivere sempre quello che sente, infischiandosene delle censure e dei falsi moralismi. È dolce, tenero, romantico ma se vuole, sa essere chiaro, duro, inequivocabile. Scrittori così ne nascono uno su mille. Si avvale di una scrittura lirica, gustosa e scorrevole, accessibile a tutti, di alta letteratura, capace di creare poesia pur facendo prosa. Ho letto il suo libro “Come sono dentro”, poi un altro ancora “Colei che brevemente fu e che mai in vita conobbi”, due libri che reputo artisticamente validi. Il giudizio su un’opera letteraria è sempre soggettivo e variabile. Posso tuttavia dirvi in base alla mia esperienza di critico d’arte, che nessuno di questi due libri citati mette in completa evidenza il grande talento di questo scrittore. È in quest’opera “Il vecchio e la ragazza” che tutte le sue grandi potenzialità escono fuori rivelando eccellente capacità di analisi psicologica dei vari personaggi narrati e superlativa arte descrittiva nel configurare armonicamente la trama del racconto. Soltanto un grande scrittore è capace di penetrare così a fondo nel cuore e nella mente dei suoi protagonisti, può parlare di erotismo senza scadere mai nella volgarità e nel cattivo gusto ma trasformandolo in pura manifestazione artistica, catturando del tutto il lettore dalla prima all’ultima pagina del libro.

Con quest’opera Claudio Cisco dimostra, a chi ne avesse ancora il minimo dubbio, di essere uno scrittore bravo e capace. Questo libro è, a mio giudizio, un autentico capolavoro destinato ad un grande successo di vendita, se preso in considerazione con attenzione e come merita, in questo mondo editoriale di oggi, troppo spesso carico di immondizie letterarie. Qualunque altra parola sulla validità di quest’opera risulterebbe superflua, il libro parla da solo, basta leggerne le pagine per rendersene conto. Chi capisce minimamente di arte, non può smentirmi.

Antonio Cucinotta

Scrittore e poeta. Animo sensibilissimo, dotato di un’ottima vena creativa e di una ricchezza di idee, raccoglie tutte le sue liriche scritte sin da bambino e le inserisce nel suo primo libro “COME SONO DENTRO”. Ma non fu un inizio facile per l’esordiente autore messinese. Apprezzato dal pubblico per l’accessibilità dei suoi veri, viene invece osteggiato dalla critica che non gradisce il suo modo di scrivere fuori da schemi letterari e i suoi testi che si barcamenano con troppa facilità nel trasformismo. Dalla poesia alla narrativa il passo è breve e l’autore crea in poco tempo due libri con storie e tematiche quasi opposte “COLEI CHE BREVEMENTE FU E CHE MAI IN VITA CONOBBI” e “IL VECCHIO E LA RAGAZZA”, rivelando una innata e naturale capacità narratoria unita ad un’attenta analisi psicologica di persone e fatti raccontati. Ma il suo primo amore, la poesia, non conosce declino nell’ispirazione dell’autore e, uno dopo l’altro, nascono tre altri libri “LA MIA ANIMA E’ NUDA, “Il SILENZIO NEL SILENZIO” e “SENSAZIONI” segno di uno scrittore che sa continuamente rinnovarsi proponendo opere sempre nuove ed attuali riuscendo a catturare e stupire sempre.

Appassionato dell’arte in tutte le sue forme e manifestazioni, trova prestissimo la propria realizzazione artistica nella letteratura, anche perchè sollecitato sin da giovanissimo da una innata predisposizione verso la scrittura che si è rivelata sempre viva e costante. Compone incessantemente sia in linguaggio poetico che in quello prosaico. Tra i temi trattati dall’autore con maggiore interesse durante questo cammino letterario spiccano l’amore per l’adolescenza e più in generale per la giovinezza, la continua e spasmodica ricerca di un contatto quasi epidermico con la natura come rifugio personale fin quasi a sentirsi in perfetta simbiosi con essa, la sempre presente attrazione verso l’irrazionale e l’indefinito che trova nel mondo della fantasia e dell’onirico, del misterioso e del fabuloso, la pià alta espressione della sua creatività. Malinconia e tristezza, desiderio d’evasione e tematiche esistenziali ma anche romanticismo e psicologia dell’animo umano, rappresentano i sentimenti e le attitudini più consoni all’autore che traspaiono riflessi emergendo attraverso i personaggi da lui creati che sono sempre gli ultimi e i disadattati, i sensibili e gli incompresi. Una fondamentale svolta nella creatività dell’autore, è stata data dalla sua recente conversione alla religione evangelica e cristiana che, avvicinandolo fortemente alla fede, gli ha permesso un radicale cambiamento di sentimenti e tematiche delle proprie opere, facendolo aprire conseguentemente all’ottimismo e alla certezza della speranza. I testi sprizzano da tutti i pori gioia e positività che hanno sostituito quel buio e quella negatività che vi aleggiavano prima della conversione.

Malinconico e meditativo per natura, rivela sin da piccolo in trasparenza una sensibilità profondissima

ed una straordinaria vocazione per lo scrivere. Sospinto da un innato talento e da un’incessante ispirazione artistica che si alimentano progressivamente col trascorrere del tempo e con le esperienze di vita, segue parallelamente sia la strada della poesia, sia quella della narrativa, restando fedele ad un genere che richiama allo stile romantico e triste talvolta ironico con notevoli slanci verso l’onirico e il misterioso, sempre attentissimo e portato verso introspezioni psicologiche.

Spirito irrequieto ed artisticamente creativo. Scrive in prosa e versi spaziando attraverso varie tematiche: dal fantastico al surreale, dall’erotico al lugubre, dal mistico all’introspettivo.

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OPERE LETTERARIE DI CLAUDIO CISCO

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